Straordinaria, professionale: Cristina Buonvino, il sublime valore dell’informazione giornalistica
Di Rosanna La Malfa
Giornalista, inviata. Sai già cosa vuoi fare da grande? Parlaci di te.
Da grande voglio essere felice e soddisfatta di quello che farò, continuando a imparare da tutto ciò che vedo e dalle persone che incontro.
Mi appassiono sempre ogni volta, anche per il servizio più piccino, apparentemente più insignificante, perché sono convinta che ci sia in ogni campo qualcosa di nuovo da sapere e da imparare. Al centro ci sono sempre le storie delle persone, perché trovo che siano quelle che più possono raccontare il Paese, l’epoca in cui stiamo vivendo, la direzione che stiamo prendendo.
Le soddisfazioni sono tante, soprattutto in seguito agli incontri con tante persone diverse. Sono molto orgogliosa di poter dire che sono tante le amicizie che sono nate durante la realizzazione un servizio e che durano da anni.
Ho lavorato praticamente in tutte le reti televisive italiane, quando il termine free-lance aveva un senso e non mascherava il precariato. Ho iniziato alla fine degli anni ’80, il lavoro era tanto, la televisione era il Paese dei Balocchi. Bisognava avere una preparazione, questo è certo, ma era pieno di programmi e progetti che prendevano il via, si doveva imparare in fretta e rimboccarsi le maniche. Ecco, forse un piccolo rimpianto rispetto a quel periodo ce l’ho: pensavo non finisse mai, che sarebbe sempre stato così, e magari a volte me la sono presa un po’ comoda… A parte gli scherzi, sono soddisfatta e soprattutto sono convinta che si debba guardare la vita da qui in avanti.
Questo è l’ottavo anno che lavoro con Giovanni Floris, prima a Ballarò e poi a DiMartedì. Quando decise di andare via dalla Rai, chiese a me e ad altri colleghi di seguirlo nella sua avventura su La 7. Io ero interna alla Rai, ma decisi di fare il salto e passare a La7. Non me ne sono mai pentita e questo dice già molto. Giovanni è prima di tutto una bella persona, e poi un grande giornalista e conduttore televisivo, il più bravo. Anche lui educatissimo, non perde mai le staffe, né il sorriso. Ha grande un senso dell’umorismo, ma è anche severo e pretende il massimo da tutti, trattando nello stesso modo sia i veterani che i giovanissimi appena arrivati. Insomma, lavorare con lui è sempre molto stimolante.
Come ho già detto, lavoro in una redazione quasi tutta al femminile. Questa è stata una scelta di Giovanni Floris e degli autori. Quindi immagino che loro siano abbastanza convinti, visto il successo della trasmissione, che le donne sappiano fare squadra, la migliore.
Lavorare al montaggio con tempi strettissimi ma sapere che il pezzo andrà in onda a ogni costo mi dà un piacevole brivido di terrore misto a gioia. Insomma, questo è un gran bel mestiere, richiede tanto amore e studio, ma anche un po’ di naso per le notizie e interesse nei confronti del prossimo. A mio parere, nonostante quello che in molti pensano, non è un lavoro adatto agli egocentrici.
Fonte: Quotidiano contribuenti